Incontri ravvicinati

 

 

Parlando di impatti con il nostro pianeta abbiamo rivolto la nostra attenzione (come era ovvio fare) soprattutto a quei violenti episodi del passato che hanno costellato l'evoluzione della Terra, episodi che hanno nella presenza dei crateri sulla superficie terrestre la chiara ed eloquente testimonianza della violenza che li ha caratterizzati.
Abbiamo anche parlato del rischio attuale che un oggetto (sia esso di natura cometaria o asteroidale) possa colpire il nostro pianeta: la storia di colpi micidiali inferti al corpo celeste su cui viviamo non si è infatti esaurita in epoche lontane ma continua anche ai nostri giorni, come testimoniato sia dalla continua caduta di oggetti fortunatamente meno pericolosi (le meteoriti) sia dal verificarsi di episodi più violenti che solo una fortunata coincidenza (o la mano della Provvidenza) non ha trasformato in luttuosi avvenimenti per il genere umano.
E mi riferisco non solo a episodi famosi come il sempre citato evento di Tunguska del 1908, ma anche ad altri talvolta ben più energetici quali gli impatti che hanno originato il cratere di Rio Cuarto in Argentina o il cratere di Wabar in Arabia Saudita o quello di Merna in Nebraska (USA): tre eventi la cui distanza temporale dai nostri giorni è inferiore a 10 mila anni, una autentica inezia ragionando con i parametri dell'evoluzione geologica, ma ugualmente un periodo non così lontano da noi anche semplicemente applicando i paramentri temporali con i quali siamo più avvezzi a misurare il lento scorrere della civiltà umana.
Rimandando ad uno specifico approfondimento l'analisi di tutti quegli avvenimenti che possiamo considerare recenti, è mia intenzione in questa pagina presentare i dati riguardanti le occasioni di "impatto mancato" di cui siamo a conoscenza.
Il termine che ho utilizzato non è proprio quello corretto, ma credo renda bene l'idea...
Meglio utilizzare, però, una terminologia più appropriata e riferirsi a tali circostanze come agli incontri ravvicinati (close approaches) di oggetti cosmici con il nostro pianeta: eventi più frequenti di quanto si possa pensare, ma dei quali solo l'affinarsi della strumentazione impiegata nella ricerca dei NEA (Near Eart Asteroid = Asteroidi vicini alla Terra) ha permesso la rilevazione.
Generalmente, infatti, si tratta di oggetti le cui dimensioni sono talmente esigue da rendere praticamente impossibile una rilevazione se non a brevissima distanza da noi.
Molto spesso, poi, la conferma di un passaggio ravvicinato si è avuta solamente a giochi ormai fatti, riuscendo ad identificare il ficcanaso quando già si stava allontanando dalla Terra.

Nella tabella che segue sono elencati gli incontri più ravvicinati dei quali si abbia conoscenza e di ogni evento è indicata l'entità della distanza (in Unità Astronomiche), la data dell'evento, la designazione del potenziale proiettile e le sue dimensioni.

Distanza
(U.A.)

Data del
passaggio

Designazione
dell'oggetto

Dimensioni
(metri)

0.0007

9 dicembre 1994

1994 XM1

7 - 15

0.0010

20 maggio 1993

1993 KA2

4 - 9

0.0011

15 marzo 1994

1994 ES1

5 - 12

0.0011

18 gennaio 1991

1991 BA

5 - 12

0.00205

15 gennaio 2001

2001 BA16

18 - 40

0.0029

27 marzo 1995

1995 FF

13 - 30

0.00303

19 maggio 1996

1996 JA1

209 - 468

0.00306

5 dicembre 1991

1991 VG

5 - 10

0.00332

2 giugno 2000

2000 LG6

4 - 9

0.00380

6 maggio 1999

2000 SG344

33 - 74

0.00457

22 marzo 1989

(4581) Asclepius

209 - 468

0.00486

24 novembre 1994

1994 WR12

105 - 235

0.0049

30 ottobre 1937

1937 UB (Hermes)

660 - 1480

0.00495

22 dicembre 2000

2000 YA

46 - 102

0.0050

17 ottobre 1995

1995 UB

8 - 19

0.00539

8 giugno 1998

1998 KY26

21 - 47

0.00595

23 febbraio 2001

2001 DZ76

23 - 51

0.00628

21 ottobre 2001

2001 UP

19 - 43

0.00642

8 ottobre 2001

2001 TB

35 - 78

0.0067

18 ottobre 1993

1993 UA

26 - 59

0.00679

4 febbraio 1999

1999 CQ2

8 - 19

0.0069

12 aprile 1994

1994 GV

8 - 19

0.0071

17 maggio 1993

1993 KA

17 - 37

0.0071

26 ottobre 1997

1997 UA11

26 - 59

0.00736

9 febbraio 1997

1997 CD17

8 - 19

0.00775

20 ottobre 1976

(2340) Hathor

234 - 523

0.00879

12 marzo 1999

1999 FR5

46 - 102

0.00898

15 agosto 2001

2001 QE71

32 - 71

0.00905

29 dicembre 2000

2001 AV43

29 - 65

0.00983

26 febbraio 2001

2001 EC

526 - 1176

0.00984

29 settembre 1988

1988 TA

166 - 372

I dati presentati sono tratti da una tabella curata dal Minor Planet Center e sono stati aggiornati in data 10 novembre 2001.
La tabella originale riportava, anzichè le dimensioni, la magnitudine assoluta degli oggetti, ma ho preferito eseguire la trasformazione per rendere le informazioni meno ermetiche. Indispensabile, a questo proposito, una precisazione: per effettuare correttamente questa trasformazione occorrerebbe conoscere con esattezza l'albedo dell'oggetto, cioè la capacità della sua superficie di riflettere la luce, caratteristica che non sempre è nota. L'intervallo di misure poposto per ogni oggetto è frutto appunto di differenti ipotesi sul valore della sua albedo.
Se ti può interessare, ho preparato un foglio di Excel per effettuare automaticamente questo calcolo: clicca qui per scaricarlo.

All'attento osservatore non sfuggirà certamente la presenza non solo di oggetti ancora in attesa della designazione ufficiale, ma anche di tre corpi minori già con designazione definitiva. Non si tratta di eccezioni, dal momento che sono molti gli oggetti già ufficialmente designati che vengono costantemente tenuti sotto controllo dato che il loro orbitare attorno al Sole li porta periodicamente ad avvicinarsi (ora più ora meno) all'orbita della Terra. Il "vantaggio" in casi come questi è che siamo in grado, conoscendo in modo preciso i parametri orbitali, di prevedere con sufficiente precisione le caratteristiche di questi loro passaggi futuri e dunque essere liberati dal timore di un possibile rischio-impatto.
Il punto fondamentale è dunque la conoscenza dei parametri orbitali in maniera più precisa possibile, e questo avviene grazie a continue osservazioni e continui conseguenti affinamenti.
In alcune circostanze (vedi il caso di 1997 XF11) è stata proprio la disponibilità di nuove informazioni l'elemento che ha consentito di escludere ogni probabilità di impatto.
Non si deve dimenticare, però, che ogni passaggio ravvicinato con la Terra (come con qualunque altro oggetto del Sistema Solare, potrebbe essere causa di importanti variazioni orbitali per l'oggetto che ne è coinvolto, tanto da ridisegnarne l'orbita e rendere un oggetto innocuo un possibile impattore o viceversa (si veda a questo proposito il caso di 1999 AN10).

Animato dall'intento di rendere i dati proposti più chiari, ho predisposto questo grafico nel quale ho inserito i primi cinque eventi riportati dalla tabella; come si può notare, ho inserito anche la distanza della Luna, un ulteriore elemento che dovrebbe rendere la tabella proposta meno enigmatica.

Un secondo grafico che propongo qui a sinistra è la ricostruzione schematica del passaggio ravvicinato di 1993 KA2. E' fin troppo evidente come il disegno non sia in scala, ma la mia intenzione era solamente dare un'idea concreta della dinamica dell'incontro più che ricostruire l'evento con assoluta precisione.
Indispensabile aggiungere che, anche nel caso in cui questo oggetto avesse colpito il nostro pianeta, si sarebbe fatta sentire la potente azione protettiva della nostra atmosfera che avrebbe impedito a 1993 KA2 di raggiungere il suolo. E' tutt'altro che rara, infatti, la rilevazione di esplosioni in alta atmosfera collegate con la disintegrazione di "intrusi" di piccole dimensioni: fuochi d'artificio per festeggiare che, ancora una volta, il rischio è stato scongiurato.

Non possiamo concludere queste note sugli incontri ravvicinati senza menzionare anche gli oggetti cometari: la tabella seguente, tratta anch'essa dal sito del Minor Planet Center, elenca i passaggi ravvicinati che alcuni astri chiomati hanno avuto in passato con il nostro pianeta.
La lista comprende tutte le comete scoperte dopo il 1700 che si sono avvicinate al nostro pianeta entro 0,1020 Unità Astronomiche. Comprende anche alcuni precedenti passaggi ravvicinati ben documentati di comete periodiche. Non è invece incluso nella lista, a causa dell'estrema incertezza sull'orbita, il presunto passaggio della cometa C/1491 B avvenuto il 20 febbraio 1491 ad una distanza di 0,009 Unità Astronomiche.

Distanza
(U.A.)

Data del
passaggio

Designazione della cometa

0.0151

1 luglio 1770

D/1770 L1 (Lexell)

0.0229

26 ottobre 1366

55P/1366 U1 (Tempel-Tuttle)

0.0312

11 maggio 1983

C/1983 H1 (IRAS-Araki-Alcock)

0.0334

10 aprile 837

1P/837 F1 (Halley)

0.0366

9 dicembre 1805

3D/1805 V1 (Biela)

0.0390

8 febbraio 1743

C/1743 C1

0.0394

26 giugno 1927

7P/Pons-Winnecke

0.0437

20 aprile 1702

C/1702 H1

0.0617

31 maggio 1930

73P/1930 J1 (Schwassmann-Wachmann

0.0628

12 giugno 1983

C/1983 J1(Sugano-Saigusa-Fujikawa)

0.0682

8 gennaio 1760

C/1760 A1 (Great comet)

0.0839

29 aprile 1853

C/1853 G1 (Schweizer)

0.0879

16 agosto 1797

C/1797 P1 (Bouvard-Herschel)

0.0884

1 aprile 374

1P/374 E1 (Halley)

0.0898

19 aprile 607

1P/607 H1 (Halley)

0.0934

23 settembre 1763

C/1763 S1 (Messier)

0.0964

8 agosto 1864

C/1864 N1 (Tempel)

0.0982

4 luglio 1862

C/1862 N1 (Schmidt)

0.1018

25 marzo 1996

C/1996 B2 (Hyakutake)

0.1019

15 novembre 1961

C/1961 T1(Seki)

Ulteriori notizie su antichi passaggi ravvicinati di comete si possono trovare nello studio di Z. Sekanina e D.K. Yeomans - Close encounters and collision of comets with the Earth - Astronomical Journal, 89, 154-161; 1984.

 

 

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